giovedì 30 giugno 2011

E che Pavlova sia!


Era già da un po' che meditavo di partecipare la giveaway dell'Araba felice in cucina ma per un motivo o per un altro ho dovuto rimandare la decisione.
Quando ormai mi stavo dando per vinta, causa "difficoltà organizzative da food blogger in erba" e non solo, ecco materializzarsi sul blog di Stefania la bellissima Pavlova neozelandese. L'ispirazione è stata troppo forte! Potrò essere all'altezza dell'originale? Tentar non nuoce!

Ed eccomi quindi a sfidare la sorte per un termometro già da tempo ambito e soprattutto a seguire le preziose indicazoni di Stefania per la realizzazione di un dolce che fino ad ora ho solo visto fare bella mostra di se dai blog-cucine degli altri e mai dalla mia.

L'aspetto della mia Pavlova forse non è dei migliori, ma, abbiate pazienza, non disponendo nè di fruste elettriche nè di sac-à-poche, meglio di così non sono riuscita a fare. Inoltre considerate che ho decorato il dolce insieme ai miei nipotini che avevano fretta di... affondare il cucchiaino nella panna e nella meringa. Quindi abbiamo deciso di non andare troppo per il sottile e affrettarci a fare le foto.
Ho seguito alla lettera la ricetta, ho sostituito solo i kiwi con le more.

Il dolce mi è piaciuto, devo dire che mi ha sorpresa positivamente.

Evito di spiegare l'esecuzione ma vi rimando direttamente all'esauriente fonte.

lunedì 27 giugno 2011

Torta di frolla alla crema e pesche al maraschino


Qual’è il dolce più ricorrente nelle vostre cucine?
Nella mia sicuramente la crostata, non solo di frutta, ma anche di crema, ricotta, cioccolato….

Ho una certa predilezione per le crostate con la marmellata, se non altro perché ne preparo in quantità, disponendo spesso di frutta non trattata.
E anche perché, nella sua semplicità, la crostata mi fa pensare ai dolci genuini di una volta, al calore delle case di campagna…

Ma è poi così semplice preparare una crostata veramente buona? Secondo me no. Anche quando pranzo o ceno al ristorante mi capita di ordinarla come fine pasto e, il più delle volte, la soddisfazione è minima o nulla. A volte risultano oggettivamante immangiabili, altre volte penso che sono io ad avere problemi di gradimento nei confronti della pasta frolla vera e propria, se per "pasta frolla vera e propria" intendiamo quella che ha una percentuale di burro corrispondente alla metà del peso della farina.

Insomma, è da anni ormai che mi sono buttata su una simil-pasta frolla, che ammorbidisco o rendo più friabile a seconda dell’uso che devo farne, aggiungendo, dosando o omettendo il lievito. Il risultato, secondo la mia opinione naturalmente, è una pasta che lega molto meglio con i ripieni di qualsiasi tipo e in cui il sentore di burro è meno spiccato.

La torta-crostata che ho preparato sabato è realizzata appunto con questo impasto, che probabilmente molte di voi già conoscono. L’ho farcita  con crema pasticcera e frutta  fresca,  cioè pesche aromatizzate al maraschino. Ho preparato per i miei ospiti anche del the alla pesca, servito freddo naturalmente.

Vi posto la ricetta della torta e anche del the….magari a qualcuno può servire.

Torta di frolla alla crema e pesche al maraschino
Ingredienti
Per la pasta
250 gr di farina
125 gr di zucchero
50 gr di burro
1 uovo intero + un tuorlo
la buccia grattugiata di un limone
1 cucchiaio di latte (facoltativo)
1 punta di cucchiaino di lievito (facoltativo)

Per la crema
2 tuorli
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di maizena
250 g di latte
la buccia di mezzo limone, anche meno

Inoltre 
5 pesche
1 cucchiaio di maraschino
1 cucchiaio di zucchero
qualche goccia di limone
zucchero a velo

Procedimento
Impastiamo gli ingredienti per la simil-frolla. Decidiamo se mettere il lievito o meno, ma se la vogliamo particolarmente morbida aggiungiamo un cucchiaio di latte. 

Una volta assemblati tutti gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto liscio, lo copriamo con della pellicola e lo lasciamo riposare in frigo. 

Prepariamo la crema sbattendo i tuorli con lo zucchero,  aggiungiamo la maizena e poi gradualmente il latte. Mettiamo sul fornello con un pezzetto di buccia di limone, portiamo a ebollizione e lasciamo cuocere la crema fino a che si addensa.

Una volta pronta versiamo la crema in una ciotola e la lasciamo raffreddare coperta da una pellicola per evitare la formazione della crosticina in superficie.

Prepariamo a questo punto le pesche sbucciandole e facendole a fettine. Le insaporiamo con lo zucchero, qualche goccia di limone e il maraschino. 

Riprendiamo la pasta dal frigo: ne stendiamo 2/3 su della carta-forno che sistemeremo poi in una teglia. Versiamo la crema e le pesche con il loro succo. Stendiamo la pasta rimasta e copriamo la torta sigillando bene i bordi.

Inforniamo (forno già caldo) a 180° per circa tre quarti d'ora.

Una volta fredda spolverizziamo con dello zucchero a velo.




Volendo preparare il the alla pesca in casa possiamo procedere nel seguente modo:

Versiamo un litro di acqua bollente in un capiente contenitore dove avremo sistemato 3 bustine di the, un limone tagliato a fette sottili e 3 o 4 pesche tagliate a pezzetti. 

Dolcifichiamo a piacere e lasciamo raffreddare a temperatura ambiente. Solo dopo  passeremo il the nel frigo.

 Note
- Avrete notato che per la pasticcera utilizzo la maizena e non la farina. Ne risulta una crema molto più delicata. A casa l’abbiamo sempre fatta così.

- Per il the ho preparato dei cubetti di ghiaccio a forma di cuoricini con la fogliolina di menta dentro…ma quest’idea carinissima è stata un po’ ritardataria. All’ora di servire il tè il ghiaccio non era ancora del tutto pronto.



venerdì 24 giugno 2011

Crepes al tegamino con sorpresa finale

A tutti quelli che non hanno ancora decretato la pausa estiva per il proprio forno!
Io difficilmente riesco a non accenderlo. Anche quando le temperature salgono, una crostata o delle verdure gratinate alla fine ci scappano sempre.

Quello di oggi potrebbe sembrare un piatto non propriamente estivo. Ma in fondo, a pensarci bene, perchè no, visto che il ripieno delle crepes è costituito da porri della qualità che si semina in inverno e si raccoglie adesso?

Oltre ai porri c'è un po' di salsa besciamelle a legare il tutto.


Crepes al tegamino con besciamelle ai porri
Dosi per quattro persone

Ingredienti
Per le crepes:
3 uova
250 gr di farina 00
500 cl di latte
sale & pepe
burro per ungere il tegamino

Per il ripieno:
4 o 5 porri piccoli (solo la parte bianca)
50 gr di burro
40 gr di farina 00
500 cl di latte
sale & pepe o noce moscata
parmigiano grattugiato q.b.


Procedimento:
Prepariamo le crepes setacciando la farina in una ciotola. Aggiungendo il sale, le uove già sbattute a parte. Iniziamo a mescolare e gradualmente aggiungiamo il latte. Saliamo e pepiamo. Qualora il composto dovesse presentare qualche grumo lo setacciamo. Procediamo alla realizzazione delle crespelle scaldando una padella unta con pochissimo burro e versandovi un mestolino per volta di composto. Dobbiamo farle cuocere pochi minuti per lato. Quando sono cotte si staccano da sole.

Per la besciamelle: scaldiamo il latte mentre facciamo fondere il burro in un tegamino. Aggiungiamo la farina al burro in un solo colpo, mescoliamo e facciamo leggermente dorare la base della besciamelle prima di aggiungere il latte bollente. Dopo pochi minuti la salsa è pronta e la aromatizziamo con pepe o noce moscata e sale.

Nel frattempo tagliamo a rondelle i porri, li facciamo appassire in padella con un filo d'olio e li mescoliamo alla besciamelle. 
Ora che tutti gli ingredienti sono pronti assembliamo i nostri timballini. 
Dopo aver imburrato i tegamini monoporzione, alterniamo strati di crepes a strati di salsa ai porri. Su ogni strato spolverizziamo un po' di parmigiano.  Sulla superficie mettiamo solo dei fiocchetti di burro per renderla dorata.

Note
- I tegamini hanno un diametro di 17cm. La padella che ho utilizzato per fare le crepes è di qualche cm più larga perchè mi piace che nel tegamino formino delle grinze, delle pieghe tra le quali possa accumularsi il ripieno.

- Pensavo di mettere nel ripieno anche la mozzarella ma ho scelto di non appesantire ulteriormente la preparazione.

E dulcis in fundo... non potevo non presentarvela.
Lei è Birba 
                                                                      Bellissima!

La mia gatta quattordicenne, ma sempre arzilla e buongustaia, da anni impegnata in una campagna di sensibilizzazione della padrona contro le scatolette.
Attenzione: non riservatele troppe coccole e moine perchè è un tipetto particolare. La signorina ha la puzzetta sotto al naso e un caretterino affatto docile.
Del resto si chiama Birba non a caso!

mercoledì 22 giugno 2011

E non di sole alici si campa


Non è che a casa nostra mangiamo alici 6 giorni su 7. Beh no! Però mi è venuto in mente di realizzarli in questo modo, così, per caso... e allora le voglio dedicare ai visitatori ed alle visitatrici che si sono avventurati sul mio blog e che ho chiamato alicette.

Sta volta sono fresche, ripiene e fritte, bontà loro!
Per la cronaca: il picciolo che spunta dall'acciuga non è di ciliegia, come potrebbe far pensare la stagione, bensì di cappero di Pantelleria. Cercavo qualcosa che fungesse da "manico" ma lo stecchino non mi convinceva e così ho arricchito il ripieno di mozzarella che facevo abitualmente con il cappero.

Penso che possano essere proposte per un aperitivo o per un antipasto; noi le abbiamo mangiate con un'insalata di cicorino, pompelmo rosa e pinoli tostati. E' simpatica l'idea di mangiarli come fossero ciliegie.




Alici ripiene 
Dosi per due persone

Ingredienti
12 alici
12 capperi
12 filetti di mozzarella
Per la panatura:1 uovo, farina e pan grattato
Olio di arachidi per friggere
Sale & Pepe

Procedimento
Pulire le acciughe lasciando attaccati i due filetti. Lavarli, asciugarli, farcirli con la mozzarella e avvolgerli attorno al cappero.
Passarli poi nella farina, nell'uovo e nel pangrattato.
Io metto il sale solo dopo la cottura per evitare che il fritto perda croccantezza, metto il pepe nell'uovo sbattuto.

Note
- A dire la verità avvolgere un'acciuga attorno a un cappero non è proprio la cosa più scontata del mondo, per cui se non siete dotate di un po' di pazienza... desistete! Io mi sono spazientita più di una volta.
- Per quanto riguarda l'insalata che accompagna le alici, ho preso il cicorino e l'ho condito con sale olio e succo di pompelmo. Poi ho tostato i pinoli e li ho aggiunti.

sabato 18 giugno 2011

Tradizione e innovazione

Credo si sia capito... sono una tipa un po' nostalgica, votata alla memoria del passato.
Mi piace tutto ciò che è un po' datato, vintage come si suol dire, e con una storia da raccontare.
Mi affascinano i mercatini e le tradizioni.

Ma cucinare non è solo andare a spasso nel tempo; è anche un po' come viaggiare, sperimentare il buono di altre latitudini, per conoscere e crescere. Per questo si accettano idee, consigli, suggerimenti, opinioni, spunti e quant'altro.

A questo proposito vorrei pubblicare una ricetta nata per caso da un dono ricevuto da un'amica  filippina di ritorno da un viaggio nel suo paese.
Trattasi di mango essiccato che io non conoscevo come prodotto tipico della sua terra e che per il suo colore solare ho avuto il piacere di tuffare in un impasto semplicissimo di ricotta profumato al limone, per un risultato molto gradevole.


Cake alla ricotta profumato al limone con mango e geleè mango-limone

Ingredienti
Per l'impasto:
3 uova
300gr di farina 00
300gr di zucchero
300gr di ricotta di mucca
1/2 bicchiere di olio d'oliva (in corso d'opera ho ridotto la dose a 3 cucchiai)
la buccia di un limone grattugiato
1 bustina di lievito per dolci
60 gr di mango essiccato

Per la geleè
40gr di mango essiccato
1/2 limone (succo)
1 cucchiaio di zucchero
1 foglio di colla di pesce

Procedimento
Accendiamo il forno a 180°. Io preferisco la funzione statica quando si tratta di preparazioni che devono lievitare.
Montiamo le uova con lo zucchero.
Aggiungiamo la ricotta già lavorata a parte. Aromatizziamo con la buccia del limone e versiamo l'olio.
Aggiungiamo la farina setacciata con il lievito, mescoliamo bene ed infine mettiamo il mango - sciacquato sotto l'acqua corrente per reidratarlo leggermente - tagliato a pezzetti.
Nello stampo coperto da carta da forno, cuociamo una mezz'oretta o fino a quando il plum-cake supera la prova stecchino.

Mentre il plum-cake si fredda prepariamo la geleè: ammorbidiamo la colla di pesce in una ciotola con acqua fredda. In un padellino facciamo sciogliere lo zucchero con il succo di limone e i pezzetti di mango sciacquato. Dopo alcuni minuti frulliamo il tutto e aggiungiamo un po' d'acqua per regolare la densità. Aspettiamo che il composto intiepidisca e vi sciogliamo dentro la colla di pesce.
A questo punto se il plum-cake è freddo e la gelatina appena tiepida possiamo versare l'una sull'altro ed aspettare che si rapprenda.

Note
- Dal momento che nell'impasto c'è la ricotta, che già conferisce morbidezza al dolce, si può anche ridurre la quantità di grasso rispetto alla ricetta.
- Il mango essiccato si trova anche qui, ma può essere sostituito col mango fresco.
-Il dolce può essere messo in frigo per far rapprendere la gelatina, ma io preferisco tenerlo a temperatura ambiente: la gelatina rimarrà morbida ma non scivolerà via.

E dopo le peresentazioni...


... qualche rassicurazione:

non preoccupatevi... non ho intenzione di tediarvi in ogni post con le storie della mia famiglia.

Ciononostante non potevo che proporre come prima ricetta dei ravioli.

Perchè da sempre sono il primo che preferisco, il piatto per eccellenza in casa mia.

Perchè mia madre li fa e li faceva troppo buoni per non innamorarsene perdutamente.

Perchè i ravioli, pur essendo una delle tante espresioni della nostra tradizione, si presta ad infinite interpretazioni e rielaborazioni, anche in chiave moderna. Per cui può riservare grandi sorprese.

Se poi a condirli è il re delle spezie, lo zafferano...

Ravioli di ricotta allo zafferano con prosciutto croccante
Dosi per 2 persone

Ingredienti
Per la pasta:
2 uova medie
200 gr. di semola di grano duro
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di olio e.v.o.

Per il ripieno:
300 gr. di ricotta di pecora
40 gr. di parmigiano
1 uovo piccolo
noce moscata
sale & pepe

Per il condimento:
30 gr. di burro
1 bustina di zafferano
1/2 bicchiere di latte
1 cucchiaino di maizena
50 gr. prosciutto crudo

Procedimento
Prepariamo il ripieno lavorando bene (passandola al setaccio) la ricotta per farla ammorbidire e aggiungiamo l'uovo, le spezie ed infine il parmigiano. Lasciamo riposare in frigorifero.

Prepariamo la pasta impastando le uova con la semola, il pizico di sale e l'olio. Lasciamo riposare l'impasto coperto da una ciotola per circa 30 minuti.

Trascorso il tempo necessario stendiamo la pasta abbastanza sottile e formiamo i ravioli mettendo un cucchiaino di ripieno per ognuno. Dategli la forma che più vi piace.

Lessiamo i ravioli e condiamoli con l'intingolo preparato facendo sciogliere il burro nella padella, aggiungendovi lo zafferano sciolto in mezzo bicchiere di latte tiepido. Facciamo rapprendere leggermente e addensiamo con la maizena sciolta in una tazzina di acqua fredda.

Decoriamo il piatto con il prosciutto precedentemente tostato in una padella bollente, senza condimenti, fino a renderlo croccante.

Note
Io faccio la pasta con la semola di grano duro perchè la preferisco consistente, voi potete farla come siete abituati.

Nel ripieno avrei potuto aggiungere un po' di scorza d'arancia grattugiata, ma non ho trovato delle belle arance al supermercato!

Per il condimento potete utilizzare panna da cucina e zafferano, io non preferisco la panna e quindi... faccio così.

giovedì 16 giugno 2011

Una nuova avventura



So cosa state pensando... che non era proprio necessario che anch'io - un'altra! - entrassi nel mondo dei blog di cucina. Ma, davvero, è prevalsa una forte spinta a condividere non chissà quali ricette, ma sicuramente i ricordi e le suggestioni ad esse legate.

E evocativo è il titolo con cui ho scelto di battezzarlo.

Evocativo di lunghi pranzi a casa dei nonni, in occasione delle festività più importanti, quando tra i tanti antipasti non potevano mancare ciuffi di morbido burro accompagnati da sapidi filetti di alici.

Ma il titolo è anche e soprattutto un'implicita dedica a mio marito (vittima immolata delle mie prodezze culinarie), il quale mi racconta sempre che una delle merende ricorrenti a casa della nonna era pane, burro e alici.